RETROMARCIA SU TRIESTE. IN FRIULI E' FLOP GRILLINO

Galluccio finisce terzo dietro Tondo e Serracchiani. L’astensionismo stavolta punisce il moVimento Nel fine settimana Grillo gonfiava il petto: «Avremo la prima Regione a cinque stelle». E lo diceva con l’orgoglio di chi ha girato in camper tutti gli anfratti del Friuli Venezia Giulia, dal Vajont a Grado, collezionando chilometri e piazze piene. Anche il candidato governatore Saverio Galluccio seminava ottimismo: «Alle politiche noi, centrodestra e centrosinistra eravamo tutti nell’arco di uno 0,8%». Ma soprattutto, a febbraio, il M5s si era laureato primo partito in Fvg. La bassa affluenza alle urne (50,48%), congiuntamente al pasticcio del Pd nelle votazioni per il Quirinale, ha fatto ben sperare i grillini, lanciati alla volata verso la massima poltrona regionale. D’altronde il colpaccio sarebbe servito a scacciare i fantasmi sul calo di consensi evocato dalla strategia isolazionista in Parlamento, fonte di lacerazioni tra base ed eletti. Eppure le cose sono andate diversamente, tant’è che adesso si parla di flop per Galluccio, terzo classificato dietro Tondo e Serracchiani. «A vedere i risultati, è servito più il viaggio di Renzi che quello di Grillo», ironizza Franco Bechis. Oltre a non piazzare il colpaccio, il Movimento è la prima vittima dell’astensionismo e perde terreno: il suo candidato si ferma al 19,3% (96.372 voti), percentuale che stride con il 27,2% (196.218) alla Camera e il 25,5% (171.429) al Senato raccolti in Friuli a febbraio. Intervistato da Linkiesta, Galluccio ha ammesso: «Potrebbe essere che abbiamo sbagliato a comunicare il nostro obiettivo, ma aspetto i numeri prima di fare analisi». Ora che la matematica conferma beffarda l’urgenza di riflessioni, il pensiero corre a Roma, principale indiziata per la perdita di consensi. Pur parlando di una regione anomala, a statuto speciale, isolata dall’Italia e lontana dai gangli politici della Capitale, il Friuli resta il primo test nazionale per il M5s. Qui gli elettori sono stati chiamati prima che altrove a esprimere un giudizio sui pentastellati, che in Parlamento operano da quasi due mesi. I dati su cui ragionare sono chiari: nonostante il tour di Grillo, l’astensione record, le difficoltà del Pd e l’inciucio paventato, il Movimento dilapida quasi otto punti rispetto a febbraio. Semplice avviso o sonora bocciatura alla linea politica? Appuntamento a maggio, in zona Campidoglio.

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