CARE,CARISSIME NOZZE
Un matrimonio tradizionale senza troppi fronzoli costa mediamente 34.971 euro mentre si scende a 12 mila qualora si parli di una cerimonia low-cost. Per risparmiare le coppie, e le loro famiglie, si affidano quindi a sponsor o studiano giornate ad impatto zero per ridurre al minimo i consumi
34.971 euro. Che faccia fareste se foste una giovane coppia e questo fosse il preventivo del vostro matrimonio? E’ perché vi siete tenuti bassi a causa della crisi. E se invece decidendo di fare le cose in grande siete arrivati alla cifra di 58.476 euro, ovvero quanto metà monolocale in una zona mediamente centrale di Milano?
COSTI IN AUMENTO - Queste cifre rappresentano i minimi ed i massimi della spesa per un matrimonio secondo Federconsumatori. E parliamo di un semplice matrimonio tradizionale, ovvero con partecipazioni, abiti, chiesa, ricevimento per 100 invitati. E le cifre sono in aumento rispetto al 2012, rispettivamente del 2 per cento (per lo scaglione più basso) e dell’1 per cento (per quello più alto). Certo, si può ricorrere al “low cost” ma anche in questo caso bisognerebbe lanciarsi in rinunce che magari possono anche non fare piacere, vista l’importanza del giorno. in questione.
LA CERIMONIA LOW – COST - Matrimonio.it ci propone un esempio di cerimonia a basso prezzo. Intanto si può partire dando una sforbiciata al numero degli invitati tagliando gli zii ed i parenti che non vedete da un po’. Per quanto riguarda il ricevimento si può scegliere anche un agriturismo con buffet ed happy hour, o nel caso gli sposi siano mattinieri, anche un brunch di matrimonio. A seguire per quanto riguarda l’abito si può puntare anche a collezioni di anni precedenti che regalano un risparmio fino al 70 per cento oppure si possono richiedere agli atelier di costumi teatrali (ma si rischia l’effetto costume, giustappunto). Basta poi usare piante anziché fiori recisi mentre per le foto si può chiedere aiuto agli amici per 50 scatti ed un video di 30 minuti, magari sperando che gli stessi regalino il servizio fotografico.
12 MILA EURO - Eppure, sempre secondo Federconsumatori, seguendo la politica del low-cost, un matrimonio potrebbe comunque venire a costare 12 mila euro. E certo poi bisogna ricorrere a numerose rinunce. Le abbiamo appena elencate: i fiori, il ricevimento, i regali, il buffet, la macchina a noleggio che non sarà necessariamente la berlinetta nuova di un determinato zio. E visto che più del risparmio poté la voglia di non rinunciare a nulla, o quasi, le giovani coppie si sono organizzate per poter godere del giorno più bello della loro vita senza dover per forza negarsi qualcosa.
COUPON E CONDIVISIONE - Parliamo ad esempio del matrimonio 2×1. Due coppie di amici decidono di sposarsi lo stesso giorno condividendo la funzione e le spese per gli addobbi, per il pranzo, per la musica e per le partecipazioni oltre che per il vestito. Un altro modo per risparmiare è dato dall’uso dei coupon. Com’è facilmente intuibile, lì fuori è pieno di truccatori, parrucchieri, wedding planner disposti a realizzare ponti d’oro alle neo-spose pur di lavorare visto appunto l’aria di crisi. Per questo su Groupon o siti simili spesso possono essere trovate offerte relative al trucco, al parrucco, all’auotomobile, alla torta. Certo, è necessario leggere le condizioni magari frequentando i forum alla ricerca di consigli.
IL MATRIMONIO CON LO SPONSOR - Poi ci sono gli sponsor. I livornesi Mattia e Federica si sono uniti in matrimonio il 22 giugno 2012 e nonostante il budget molto risicato, 8000 euro per 70 invitati, si sono garantiti la funzione dei loro sogni grazie appunto a munifici finanziatori. La coppia ha spiegato di aver creato un sito dove veniva offerto uno spazio pubblicitario alle aziende in cambio di sconti. L’idea ha funzionato -ha spiegato Federica- sottolineando come grazie alla pagina creata per l’occasione sia arrivato il servizio fotografico al 50 per cento, le fedi “scontatissime”, il bouquet e l’addobbo dell’auto omaggio, il cake topper gratis e pure un miniweddingfilm gratuito”.
L’ESPERIENZA DI FEDERICA E MATTIA - Il sito nato dall’esperienza si chiama “ci sposiamo con lo sponsor” ed è presente un tutorial nel quale si spiega a tutti coloro che vogliono emulare la loro idea come fare. Intanto ci vogliono almeno sei mesi di tempo prima del fatidico si sia per attivare la macchina organizzativa sia per dare un periodo di visibilità congruo al sito. E’ importante poi che nella città del matrimonio non vi siano state molte altre sponsorizzazioni perché è il primato a fare tutto. Se diventa mainstream, i contributi diminuiscono, quindi. Altrimenti è necessario investire sul “differenziale” che caratterizza il vostro matrimonio.
BISOGNA STUDIARE - Ovviamente bisogna conoscere nozioni basilari di marketing e di indicizzazione per dare un’opportuna visibilità agli investitori, oltre alla capacità di strutturare un sito o un blog e conoscere i social network. Per questo serve molto tempo libero. Gli sponsor vanno cercati ed i comunicati stampa inviati. Bisogna telefonare e rispondere alle e-mail, oltre ad organizzare il matrimonio e sopratutto è necessario sapere che ci si mette in gioco con colui che pagherà il tutto, quindi bisognerà sopportare eventuali critiche. A questo punto si comprano i domini magari investendo su più indirizzi con un nome simile così da aumentare la circolazione del marchio, del traffico e dello sponsor.
L’ARTE DI FAR GIRARE LA VOCE - Inizia poi la sacra arte dello “spamming”, ovvero andare sui social network e nelle pagine tematiche partecipando alle discussioni e presentando l’iniziativa. La stessa cosa vale con i media provinciali o locali e per finire ecco il comunicato stampa scritto per l’occasione nel quale si specifica che si è disponibili ad un’intervista. Per quanto riguarda le aziende invece bisogna presentarsi ed offrire qualcosa di concreto come visibilità o spazi. Insomma, parliamo di una strategia commerciale e di marketing da far impallidire anche l’account più navigato. In fondo per un addobbo floreale o uno sconto al ristorante si può fare questo ed altro. L’importante è però che vi sia un ritorno commisurato alla cifra offerta.
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