ITALIA OCCUPATA
Gli italiani costretti a "prendersi" una casa che non hanno più: ecco le loro storie.
Pisa, via Puglia 10. Una via della città toscana che ospita le case popolari e numerose famiglie a cui è stato assegnato un alloggio. Tra queste anche una famiglia italiana come tante altre, composta da madre, padre e tre figli che, dopo essere stata colpita da uno sfratto esecutivo che li ha obbligati a lasciare il loro vecchio appartamento, non ha trovato altra soluzione che occupare abusivamente un alloggio temporaneamente vuoto. È bastato rimuovere alcune recinzioni metalliche. Ovviamente non è durata: poco tempo dopo è intervenuta la Polizia Municipale che ha eseguito lo sgombero. L’uomo, denunciato per invasione di edifici di proprietà pubblica, ha spiegato alle forze dell’ordine che voleva dare una casa ai suoi tre figli.
CONSEGUENZE DELLA CRISI - La storia di quest’uomo, purtroppo non è la sola: famiglie disperate che, spesso incapaci di pagare l’affitto, si ritrovano da un giorno all’altro sulla strada e senza un posto dove andare. Un alloggio nelle case popolari arriverà sempre troppo tardi e, nel frattempo, l’unica soluzione è quella di trovare uno stabile o un appartamento vuoto e semplicemente farne la propria nuova casa. Una nuova conseguenza della crisi, che colpisce gli italiani in quello che, tradizionalmente, viene considerata la base della famiglia: la casa.
CASE OCCUPATE - Un fenomeno in crescita che, purtroppo, fa emergere storie a tratti sconcertanti di persone che non occupano case sfitte ma anche appartamenti temporaneamente vuoti. Come è successo all’inizio dell’anno a Maria Lorenzi, 66enne di Roma che, dopo essersi recata a fare visita all’anziana madre è tornata a casa e l’ha trovata occupata da una famiglia di tre persone: serratura cambiata e il netto rifiuto di far rientrare la donna a casa propria. Per venti giorni la donna ha dormito sul pianerottolo, di fronte alla porta del suo appartamento, una brandina e la solidarietà dei vicini che le lasciavano usare il bagno. Solo dopo qualche settimana di trattative la Lorenzi è riuscita a tornare nella sua casa e tra le proprie cose.
GUERRA TRA POVERI - Una “pratica” opinabile e sopratutto illegale, ma che mostra tutti i sintomi di una guerra tra poveri che non lascia scampo e che fa guardare con feroce sospetto ogni inquilino “nuovo”. dei grandi complessi di edilizia popolare come se ne trovano in ogni grande città. Occupazioni abusive che si traducono in inevitabili sgomberi, come quello avvenuto il mese scorso a Tor Tre Teste, alla periferia di Roma, dove un centinaio di famiglie senza fissa dimora sono state portate via dalle forze dell’ordine. “Sono successe scene strazianti – hanno raccontato dello sgombero gli attivisti del Coordinamento cittadino Lotta per la casa - Per esempio papà magari in casa con i bimbi e mamme che sapendo dello sgombero hanno raggiunto le palazzine ma non potevano raggiungerli causa cordone della polizia”.
IL RACKET DELLE CASE ABUSIVE - Ed è un fenomeno, questo, che mostra tutta l’inadeguatezza del sistema di gestione delle case popolari e dell’assegnazione degli alloggi: sapendo che per essere assegnati a un alloggio ci possono volere mesi se non anni, molte famiglie preferiscono mettersi nelle mani del racket pur di assicurarsi un tetto sulla testa. Come succede a Milano, in via Bolla, alla periferia nord della città dove nei palazzi dell’Aler la metà degli inquilini è abusiva. Una manciata di euro e la porta di quell’appartamento è sfondata senza tante storie e con tanto di allacciamento abusivo alla rete elettrica, ma con l’incubo dello sgombero dietro l’angolo. Mentre, chi è in lista per l’assegnazione regolare di un alloggio nel frattempo passa a miglior vita dopo anni di attesa.
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