" BERSANI NON HA CAPITO NULLA DI BEPPE GRILLO"
L'ex direttore dell'Unità: «Ha sottovalutato il M5s, mentre l'ex comico ha una sua idea politica»
«Bersani pensava che i grillini del Movimento Cinque Stelle fossero dei “compagni che sbagliano”, per recuperarli, ma ha sbagliato» Peppino Caldarola, ex direttore dell'Unità e deputato dei Ds, spiega a Linkiesta i motivi del fallimento del segretario del Partito Democratico di formare un governo e soprattutto le ripercussioni che ci saranno sulla politica italiana. A cominciare proprio dal Pd: «Non credo sia il momento di dimissioni, ma il congresso è già stato fissato e lì si tireranno le somme».
Insomma Bersani, alla fine, è andato a sbattere
Il suo tentativo non ha portato risultati. O meglio ha portato tre errori molto pesanti. Si è dimostrato del tutto inadeguato nell’interpretare il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Forse lo ha sottovalutato o comunque ha pensato di poter far breccia tra di loro: doveva capire che era impossibile.
E poi?
Si è dimostrato troppo rigido con il Popolo della Libertà e con Silvio Berlusconi. Non è andato nemmeno a guardare le carte, quando invece il Cavaliere avrebbe accettato un premiership proprio di Bersani.
La terza?
Le ricadute sul partito sono molto pesanti. La classe dirigente di giovani che ha imposto, da Alessandra Moretti e Matteo Orfini, quelli che hanno messo fuori dal partito Walter Veltroni e Massimo D’Alema, ha fallito. E di questo devono prenderne atto.
Forse Bersani credeva di conquistare il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo dopo il voto per Pietro Grasso alla presidenza del Senato
Ha pensato che il terreno fosse friabile. E ha creduto che questo partito a suo modo rivoluzionario fosse solamente un’espressione dell’opinione pubblica. Invece Grillo ha dimostrato di avere un progetto politico, un’idea di democrazia. Questo Bersani l’ha capito troppo tardi. Pensava fossero “compagni che sbagliano”, ma qui ha sbagliato solo lui nel pensare di recuperarli.
Cosa avrebbe dovuto fare allora Bersani? Prestarsi, come dicono i grillini, all’”inciucio” con Berlusconi?
Inciucio è un termine del primitivismo della politica. E’ inutile definirlo in questo modo, perché rappresenta la divisione che va avanti da più di vent’anni, tra berlusconiani e antiberlusconiani. Bersani avrebbe potuto almeno discutere o aprire sulle riforme a Berlusconi. Avrebbe potuto almeno guardare le carte. Ma sopratutto avrebbe potuto rendere esplicite le trattative sulla presidenza della Repubblica: non c’era nulla di male.
Quindi Berlusconi come ne esce?
Ne esce da vincitore. Fa la parte della vittima e con tutta probabilità vincerà alle prossime elezioni, con un Pd che mostra ferite laceranti e con un Movimento Cinque Stelle che forse ha perso una sua parte, diciamo, più “responsabile”. In questo senso, in poco meno di sei mesi Berlusconi è riuscito a ricompattare il centrodestra e a rafforzarsi, mentre gli altri si sono indeboliti.
Ferita lacerante per il Pd? O qualcosa di più?
C’è la sconfitta di un gruppo dirigente. I giovani bersaniani imposti, cresciuti in batteria, da Stefano Fassina a Matteo Orfini, si sono fatti scippare una vittoria che era data per certa.
Ma il Pd è finito?
Ormai lo scontro non è più tra ex Ds e Margherita, qui c’è uno scontro tra un partito a trazione neocofferatiana e uno riformista occidentale. Il Pd ora deve dar prova di un riscatto e di un cambiamento
Potrebbe essere Matteo Renzi l’uomo giusto? E’ arrivato il suo momento?I momenti non li decidono gli individui. Potrebbe esserlo, ma anche lui in questi mesi si è fatto portatore di una rottamazione che non mi pare sia servita a molto
Intende la "cacciata" di Walter Veltoni e Massimo D’Alema?Sono stati messi fuori dal partito, in perfetta antitesi a quello che accade nei grandi partiti socialdemocratici. Ted Kennedy è rimasto in carica per anni ed era un valore per i Democratici statunitensi.
Siamo arrivati anche al termine del mandato di Giorgio Napolitano?
La mia speranza è che il parlamento alla prima votazione chieda a gran voce la sua riconferma
Ma adesso che succede?
Napolitano ha poco tempo, serve una persona competente come Giuliano Amato, per esempio, per fare un governo che duri poco ma che possa portare subito in porto le riforme che servono all'Italia
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