IL LUSSO NON CONOSCE CRISI

Nonostante l'instabilità economica globale i marchi più ricercati sono alle prese con una nuova età dell'oro a causa dell'ingresso sul mercato di nuovi attori pronti a spendere per conquistare le eccellenze del pianeta e persone pronte ad investire i propri risparmi in prodotti dal valore durevole e sicuro E se vi dicessero che esiste un settore che non è stato toccato dalla crisi ed anzi negli ultimi anni ha goduto di una salute sempre maggiore? Stiamo parlando del settore del lusso, ovvero tutto ciò che include l’acquisto o la vendita di automobili, barche, vestiti, appartamenti ed oggetti che una persona “normale” non può permettersi, se non nei sogni. I MODELLI DI GINEVRA - La conferma di questo trend assolutamente invertito è arrivata dalla Svizzera, e più precisamente in occasione del Salone dell’Auto di Ginevra. Come ha spiegato l’Ansa, sono state presentate le nuove vetture dei marchi Amg, Bmw M ed Audi Rs, la nuova Porsche 911, l’Aston Martin Vanquish, la Jaguar XF, l’Alfa Romeo 4C, la Maserati GranTurismo MC Stradale quattro posti ed una serie di auto in serie limitata capaci di far sognare appassionati e non come LaFerrari, una vettura da 963 cavalli prodotta, parole di Luca Cordero di Montezemolo, in 499 esemplari. La Lamborghini ha risposto con una Veneno, vettura da 3 milioni di euro per tre esemplari già venduti. I NUMERI FERRARI - Automoto ci ricorda che la Rolls Royce ha presentato la Wraith, una vettura con motore V12 in grado di erogare fino a 633 CV di potenza. A riprova del fatto che nel lusso conviene proporre ed innovare, tanto poi i risultati dati alla mano sono sotto gli occhi di tutti. Ad esempio Ferrari nei primi 9 mesi del 2012 ha registrato un utile netto di 152,4 milioni, dati forniti da Economiaweb. Nello stesso periodo il fatturato è salito a 1.754 miliardi di euro (+10 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011), le vetture immatricolate sono state 5.267 (+ 6%) mentre l’utile ordinario si è attestato a 232.8 milioni (+9,6 per cento). LA CRISI DELL’AUTO TRADIZIONALE - Questi numeri stridono con i numeri complessivi, che dimostrano come in Europa i problemi, almeno per i comuni mortali, siano più gravi che mai. Come ci ricorda Panorama nel 2012 le immatricolazioni nell’Unione Europea sono calate dell’8,2 per cento. Volkswagen in Europa è calata dell’1,6 mentre nel resto del mondo ha registrato risultati record. Ford invece viaggia su un -13 per cento mentre Opel ha perso per strada il 15,8 per cento. Meno 13 per cento anche per il gruppo Psa, Peugeot-Citroen mentre Renault è crollata del 19 %. Gruppo Psa Peugeot Citroen , che nel 2012 ha visto le proprie vendite calare in Europa del 13%, e vanno ancora peggio alla Renault che accusa un pesantissimo -19%. Peggio di Fiat il cui gruppo ha perso in Europa il 16,1 per cento. CRESCITA IN REGNO UNITO E GERMANIA - Ma il lusso tira, e pure tanto. Basti vedere i risultati in giro per il mondo per Ferrari. La crescita record è stata registrata negli Usa (1356 auto vendute con un + 16 per cento), Cina (566, + 7 per cento) e Giappone (214, +20 per cento). E certo destano ancora più stupore i numeri che seguono: Regno Unito: +37 per cento con 504 automobili e Germania, + 9 per cento con 534 vetture. Precipita invece l’Italia, con 238 vetture consegnate nei primi nove mesi del 2012 (per un -49 per cento complessivo). Insomma, paradossalmente ciò che costa di più piace ed è l’unica cosa in grado di muovere il mercato. Ma perché? EFFETTO PATRIMONIO - La risposta arriva dalla Fondazione Altagamma, l’associazione che riunisce le aziende dell’eccellenza italiana. Armando Branchini, il segretario generale, ha spiegato: “Molti di coloro che le comprano hanno la vita determinata dall’effetto patrimonio piuttosto che dall’effetto reddito. Ma anche molti che vivono l’effetto reddito semmai comprano un paio di scarpe di meno o rinviano l’acquisto dell’automobile ma è difficile che chi ha comperato automobili o scarpe di un certo livello di qualità faccia una diminuzione di qualità solo perché l’economia è difficile”. Ciò significa che il lusso piace e chi può è disposto ad acquistare contando sul fatto che il bene non perderà mai troppo valore e che se ci sono le risorse è giusto impiegarle. I NUMERI DEL MERCATO IMMOBILIARE - Questo porta però ad una disparità di trattamento specie in un periodo in cui la classe media non solo italiana si trova a fare i conti per arrivare a fine mese. Invece i nuovi ricchi o i vecchi benestanti sono in grado di potersi togliere più di uno sfizio. Cerchiamo di capire ad esempio cosa succede nel settore immobiliare con l’aiuto di Immobiliare.it, in collaborazione con luxuryestate.com, Nell’ultimo anno le ricerche di case di lusso sono cresciute del 2 per cento, con picchi del 10 se parliamo di ricerche di greci, italiani e russi. Secondo immobiliare.it questo risultato ha una lettura duplice: da un lato abbiamo i nuovi ricchi, ovvero tutte le persone con un reddito alto che si affacciano per la prima volta nel mercato del lusso come russi o svizzeri e dall’altro abbiamo persone residenti in Paesi in preda alla crisi che cercano di “sistemare” al meglio i loro risparmi. ITALIA IN TESTA - Però come c’è qualcuno che vuole comprare, esiste anche chi vuole vendere. Secondo la ricerca l’incremento, in Italia, delle case di lusso in vendita. Ormai il nostro Paese è al primo posto in Europa per disponibilità sul mercato d’immobili di questo tipo, con un incremento rispetto al 2012 dell’8 per cento. Ma questa non è una situazione solo italiana. Giornaledibrescia ci propone l’analisi della società di consulenza Knight Frank, secondo la quale il mercato immobiliare di lusso è in piena salute anche in Spagna, e più precisamente a Madrid. IL MERCATO DEL LUSSO SALVA MADRID - Nella capitale spagnola nel 2012 sono stati smossi in questa specifica sezione del mercato immobiliare 67 milioni di euro per 43 operazioni complessive. Cifre sicuramente migliori dei 46 milioni di euro del 2011. Ma nonostante i numeri vi è stato un aggiustamento complessivo dei prezzi pari all’8 per cento. Vuol dire che il valore delle case è sceso a causa della maggiore offerta e della concorrenza tra i venditori, visto che rispetto al 2011 la disponibilità di case di lusso è aumentata del 13 per cento rispetto al 2011. Secondo la società di consulenza questi numeri sono la prova che per gli investitori le case di lusso sono considerate un porto sicuro e che quindi vale la pena lanciarsi in acquisti dal prezzo medio di 1.465.000 euro, con un incremento rispetto al 2011 del 4 per cento, con uno spread tra prezzo richiesto e prezzo finale del 10 per cento. LA SPAGNA RINGRAZIA I RICCHI STRANIERI - Rimanendo in Spagna, Euronews ci porta la testimonianza del proprietario di un negozio di lusso del paese iberico, Luis Sans, il quale ha spiegato che al momento il settore vive di ottima salute grazie ai nuovi ricchi russi e cinesi. Addirittura loro riescono a far registrare un +25 per cento nel comparto, che di gran lunga risulta il più redditizio nel Paese stritolato dalla crisi. Spiega Sans: “Molti cittadini russi hanno una seconda casa qui e vengono per le vacanze estive. Sono molto abitudinari e diventano clienti. Al contrario è strano vedere un consumatore cinese due volte. Ma usano il passaparola e quando vengono sanno esattamente cosa vogliono”. IL SUCCESSO DI PRADA - E sono loro che permettono alle multinazionali della moda di sopravvivere o di vedere con maggiore fiducia al futuro. E’ il caso di Prada che, come riporta Susanna Combusti de La Sestina, ha chiuso il 2012 con 3.3 miliardi di euro di ricavi per una crescita del 29 per cento rispetto al 2011. Nell’ultimo anno sono stati aperti 78 nuovi punti vendita diretti e durante il periodo di saldi, nonostante la scelta di non incentivare gli sconti previsti, è stata registrata un’ulteriore crescita del 14 per cento. Le vendite nel settore retail sono cresciute di un terzo rispetto al 2012. Meno brillanti i ricavi dai punti vendita indiretti, che crescono solo del 6 per cento. IL RUOLO DEL RETAIL - Numeri positivi anche da Miu Miu, marchio nato nel 1993 ed identificativo della linea giovane. L’arrivo lo scorso anno nel mercato cinese ha portato ad un aumento del 33 per cento nell’area Asia-Pacifico oltre al 14 per cento del Giappone. Numeri che fanno gongolare Patrizio Bertelli, amministratore delegato del gruppo e marito di Miuccia Prada. Ed è il retail a rappresentare il futuro del commercio di lusso, come dimostra anche la Fondazione Altagamma, la quale vede con favore sopratutto il settore degli acquisti digitali il cui valore, nel 2011, era di oltre 6 miliardi di euro. VIVONO ANCHE GLI YACHT - E non finisce qui. Alfayrae ci ricorda che anche l’industria della nautica di lusso sta bene, se non benissimo. Nel 2012 in Italia sono nate 37 barche dalla grandezza superiore ai 46 metri. Questi numeri rendono il nostro Paese leader mondiale del settore con una vendita all’estero dell’85 per cento. Al Monaco Yacht Show è stato poi proposto un motoscafo da 55 metri costruito nel 2011 e dal valore di 54.900.000 dollari. Altro settore a non conoscere crisi è quello degli hotel a cinque stelle. Il Giornale ci spiega che negli ultimi 10 anni si è passati dalle 164 strutture del 2012 alle 383 del 2011, per un incremento del 134 per cento. LA CRESCITA DEGLI HOTEL A CINQUE STELLE - Spicca il risultato di Torino. Nel 2002 il capoluogo piemontese non aveva strutture di lusso. Ora, grazie anche alle Olimpiadi del 2006, ne ha 4. La palma d’oro va invece a Napoli con 32 hotel a cinque stelle, numero raggiunto grazie alle sei strutture di Ischia, le 4 di Capri e le 3 di Anacapri. Il tutto per un giro d’affari che nel 2011 ha sfiorato i due miliardi di euro. Helpconsumatori aggiunge che la ricerca del lusso ha invaso anche il settore della cosmesi. Se le italiane rinunciano al parrucchiere ed evitano l’estetista, non riescono a dire no a creme per le mani e per il viso. Questi prodotti però conoscono una nuova ed incredibile fortuna fuori dal nostro Paese, visto che nel mondo due donne su tre usano prodotti cosmetici italiani. LOUIS VUITTON NUMERO UNO - Luxrevolution infine prova a farci capire quanto sia forte il lusso riportando alcuni risultati della classifica dei 100 marchi più potenti del Pianeta stilata da Millward Brown BrandZ. Al primo posto c’è Louis Vuitton con un valore di marca di 19,4 miliardi di dollari, seguito da Hermès con 7,86 miliardi, Gucci con 7,47 miliardi e Chanel con 6,22 miliardi. Certo, anche qui ci sono stati dei cali. Ad esempio Louis Vuitton è passato dai 25.74 miliardi del 2008 ai 6.34 del 2009, ma è innegabile che queste marche siano sopravvissute meglio di altre, a dimostrazione del fatto che in un momento di crisi globale è il brand a rappresentare la forza. Più si è esclusivi, più si sopravvive. RICCHI E POVERI - Del resto è la posizione di molti imprenditori. Per uscire dalla crisi è necessario specializzarsi sull’eccellenza perché è l’unica cosa in grado di calamitare l’interesse dei nuovi ricchi, desiderosi di poter finalmente permettersi un manufatto eccezionale se confrontato a quelli disponibili nei loro mercati. Parliamo di oggetti capaci di tenere il proprio valore stabile nel tempo. Ed anche se si assiste ad un calo come nel caso degli appartamenti di pregio italiani, il cui prezzo è caduto del 23 per cento in cinque anni, c’è la speranza che prima o poi il settore si riprenda anche perché ora siamo arrivati al punto d’incontro tra domanda ed offerta, come ci spiega il Corriere Nazionale. Alla fine è tutta una questione di effetto patrimonio: se si deve spendere lo si fa bene. Certo la crisi colpendo il ceto medio salva chi è ricco e chi è povero. Ma i primi a differenza dei secondi riescono a far girare meglio l’economia, con il risultato che almeno un comparto economico ha di che gioire. Stefano Carluccio

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