E IL REDDITO DI CITTADINANZA DOV'E' ?

A parole sono favorevoli non solo Grillo e Vendola, ma anche Monti, l'Unione Europea e perfino la Fornero. Ma dalla campagna elettorale è del tutto sparito e il Pd pare in imbarazzo. Eppure riguarda milioni di persone, specie giovani (15 febbraio 2013) Uno dei temi sociali forti su cui in un Paese decente si sarebbe giocata la campagna elettorale è quello del reddito minimo di cittadinanza, di cui invece si parla pochissimo o niente. Curiosamente, la proposta è presente in forma sfumata nel programma di Monti, c'è in quelli di Grillo e Ingroia, invece manca nella Carta d'intenti del centrosinistra - anche se Bersani una volta ne ha parlato (ma una sola vota, appunto, ad Agorà, poi basta. Vendola l'ha invece citato più volte mentre l'ex ministro Damiano si è detto contrario). Altrettanto curiosamente, il reddito di cittadinanza è una di quelle cose che 'ci chiede l'Europa', tanto con una raccomandazione del 1992 quanto con una risoluzione del 2010. Del resto, in varie forme, esiste in tutta la Ue con l'eccezione di Grecia, Ungheria e appunto Italia. Per reddito di cittadinanza si intende «un'entrata modesta ma sufficiente a coprire i bisogni basilari della vita» che in generale varia da poche centinaia di euro al mese fino ai 1200 di Danimarca e Lussemburgo. In Italia le ipotesi sono diverse: tra le altre, quella di garantire a tutti almeno un introito mensile di 600 euro (soglia di povertà relativa) per un costo aggiuntivo di circa 18 miliardi l'anno. Le opinioni sul reddito di cittadinanza divergono anche a sinistra, dove accanto a chi lo sostiene come misura di welfare c'è chi invece lo vede come uno 'strumento del capitale' per garantirsi un bacino di lavoratori privi di diritti e iperflessibili, da prendere e mollare a piacimento, evitando «imbarazzanti sollevazioni sociali». Per contro, anche un 'confindustriale' come Innocenzo Cipolletta sostiene da tempo che garantire un'entrata base nei ceti più bassi aiuterebbe a rilanciare i consumi interni e quindi l'economia tutta: non sarebbe quindi una misura 'buonistica' o assistenziale, ma molto pragmatica e nell'interesse di tutti. E pure Fornero una volta ha detto che sarebbe il caso di introdurlo, se ci fossero i soldi. Diverse sono poi le versioni cui questo reddito di cittadinanza viene pensato: c'è chi parla di un'indennità fissa in caso di mancanza o perdita del lavoro, ma di durata limitata e condizionata all'attivismo del beneficiario nel cercare e accettare eventuali posti; c'è chi invece lo vede in chiave universalistica, come diritto fondamentale della persona al pari dell'habeas corpus. Insomma, ce ne sarebbe abbastanza per riempire centinaia di dibattiti, comizi, spot elettorali e talk show. Specie in condizioni di emergenza sociale come quella attuale - e alla vigilia del voto nazionale. Invece, ciccia. Si parla solo del cane di Monti, dei deliri di Silvio o - al massimo - dell'Imu: di cui, fra l'altro a chi ha meno di trent'anni non può fregare nulla per il semplice fatto che non ha e in molti casi non avrà mai i soldi per comprarsi un immobile. Stefano Carluccio

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