LA BIELORUSSIA MANDA I BIMBI NEI CAMPI DI LAVORO

"È una vacanza", o almeno così dicono Grandi novità dalla Bielorussia, il paese ha avuto un’ideona per rivoluzionare la vita dei bambini: niente più campi estivi ma ‘campi di lavoro‘. Ne parla il Frankfurter Allgemeine. VIVA LA RIVOLUZIONE - Col terrore di un ritorno in voga di quello bassetto coi baffi che diceva che il “lavoro rende liberi”, il Frankfurter Allgemeine riporta la notizia che arriva dritta dalla Bielorussia e, indovinate un po’, i bambini e gli adolescenti del paese in futuro spenderanno tempo in “campi di lavoro e di riposo“. Di lavoro e di riposo. CAMPI DI LAVORO - Lo scopo dei campi di lavoro e di riposo è quello di educare i giovani al futuro sentimento “da consumatori” ha spiegato Nikolai Masur, direttore delle agenzie che monitorano i centri ricreativi pubblici. “Una scelta appropriata per i ragazzi dai 14 ai 18 anni” firmata dal Primo ministro Mikhail Myasnikovich. L’ambiente si trasforma in un campo agricolo che forgia i bambini al lavoro perché “dovranno guadagnare in modo tale da educare un atteggiamento da consumatori”. MODALITA’ – Si lavorerà poche ore al giorno e dal documento ufficiale si legge: “Gli organismi ospitanti, le strutture, i tipi di lavoro, il numero di posti di lavoro dovranno essere approvato dal Comitato Esecutivo di Minsk (…) i lavori leggeri saranno svolti dai 14 anni in su mentre ci sono determinati lavori che resteranno vietati a chi ha meno di 18 anni. Ci sarà un contratto a definire la tutela del lavoro, gli obblighi da rispettare per garantire vitto, alloggio e la paga dei bambini. I contratti saranno stipulati secondo la procedura di legge”. La Bielorussia si distingue di nuovo per la capacità, tutta particolare, di calpestare con leggiadria i diritti umani. Insomma, questi campi estivi sono proprio da “Tutti al mare”. Ad affogare. Stefano Carluccio

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