SE IL MOBBING TE LO FA IL SINDACATO
A proposito della democrazia sindacale e del documentario: "Fiom. Viaggio alla base dei Metalmeccanici"
Se la democrazia interna alla Fiom ci sta a cuore è perché la democrazia tout court ci interessa, mentre ci accorgiamo che i corpi intermedi di qualsiasi genere e colore, dunque non solo la Fiom, stanno tutti in deficit di democrazia. Il perché è semplice e Sartre l'aveva spiegato bene in Critica della ragione dialettica, ma questo saggio di filosofia l'hanno letto in pochi in Italia anche fra i compagni intellettuali che dovrebbero tenerlo sul comodino, un po' perché è di difficile lettura, il caro Jean Paul l'ha scritto sotto l'effetto delle anfetamine e poi perché il suo successo taglierebbe le gambe ai piagnistei su un'ideologia del movimento che lo fa alternativo al partito, mentre l'uno e l'altro alla fin fine soffrono sempre dello stesso deficit democratico quando si tratta di vivere nel periodo discendente della parabola del "gruppo in fusione", delle lotte. Come spiega bene Sartre siamo ormai tutti immersi nella parte della parabola che contempla la fraternità-terrore e una di queste vittime, e ce ne sono molte, è Sergio Bellavita.
Cosa è successo a Sergio Bellavita? Facile da dire: è stato eliminato, sostituito, destituito da Segretario Nazionale della Fiom con un escamotage, così si regolano le questioni interne: c'è uno Statuto, ci sono delle regole ma il potere trova sempre una via d'uscita, se poi interpellato il Collegio nazionale statutario della Cgil questo dà ragione a Bellavita, ciò non toglie che la rielezione della nuova segreteria è stata ratificata dal Comitato Centrale della Fiom, e uno può giustamente chiedersi: "Ma che cosa ci faranno 4 segretari nazionali nella segreteria di Landini se son tutti landiniani, si daranno ragione l'un con l'altro?"
E' chiaro che sì e si sorveglieranno anche l'un l'altro ma soprattutto terranno d'occhio il loro capo perché non venga magari preso dai rimorsi per non aver agito con correttezza, lui che per tante volte ha vantato la democrazia interna alla sua organizzazione, ma come si sa dalle parole ai fatti tutto cambia ed il prezzo da pagare per raggiungere la vetta e mantenervisi è la coerenza e l'onestà intellettuale; e poi anche lui è stato messo lì da qualcuno e a quel qualcuno deve rendere conto, perciò il vertice della piramide Fiom è ora assicurato bello, saldo e stabile, peccato che invece la base sia messa così male, tanto da riuscire nonostante i danni collaterali a costruire questo documentario che trae origine da uno sforzo collettivo che vede operai delegati Fiom e Rsu di grosse aziende come la Piaggio, la Same, la Fincantieri, la Piaggio, la Fiat, la Ferrari, la Otis, l'Acma e altre, rispondere a domande come: cosa ne pensate dell'accordo del 28 giugno 2011, Quali sono e saranno le conseguenze di questo accordo? Cosa ne pensate di Marchionne? E sull'articolo 18, si è fatto abbastanza? Quale è lo stato dei rapporti fra Cgil e Fiom? C'è democrazia in Fiom? La Camusso di deve dimettere?
Mi sembrano domande legittime per chi subisce direttamente gli accordi fra sindacati e padroni. Gli intervistati hanno tutti un nome ed un cognome e il regista Giuliano Bugani mi ha raccontato che molti di loro l'hanno ospitato e anche "sfamato" durante le riprese con Daniele Marzeddu che si è occupato della fotografia e del montaggio; perché il filmato è autoprodotto e Giuliano oltre che poeta, scrittore, regista è anche un operaio metalmeccanico oggi a casa perché il suo padrone nonostante gli ordini in ditta non mancassero non ha pagato i fornitori per parecchi mesi, chiudendo la fabbrica quando il grasso colava ancora...
L'opposizione è il sale della democrazia, eppure chi si oppone viene sempre messo da parte, silenziato e mobbizzato, perciò consiglio a tutti di vedere questo filmato, è un atto di resistenza e come tale in esso ci riconosciamo. Di questi tempi c'è chi pensa che con la Fiom sotto attacco le critiche sono strumentali, così come c'è chi insiste che in tempo di crisi dobbiamo sempre votare utilmente per non far vincere il nemico di classe, questo gioco ci distrugge, questa rincorsa al moderatezza è come una malattia autoimmune che non lascia speranza, le basi stesse della nostra forza vengono meno, così facendo ad un vertice di ragione corrisponde una base sempre più fragile, dubbiosa, impaurita e rischiamo di sprofondare, se fosse solo per il vertice, la cosa ci lascerebbe indifferenti, morto un papa se ne fa un altro, ma la base...quella ci sta a cuore, perché è il cuore pulsante della lotta di classe!
Stefano Carluccio
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