IL MISTERO DELLO STUDIO MALEDETTO A PALAZZO MADAMA
In una stanza al Senato roghi e strani incidenti.
Tra le onnipresenti politica-spettacolo, politica-teatrino, politica-giallo e anche noir (il complottismo: un classico degli Anni 70) mancava solo l'ultima categoria di fiction: la politica-horror.
Si rimedia ora. Al secondo piano del cinquecentesco Palazzo Madama, sede del Senato, ci sarebbe infatti una stanza maledetta.
NON APRITE QUELLA PORTA. Una targhetta senza nome su una porta di legno intagliato, bellissima e antica, che nessuno apre dal 2009.
Proprio il 30 marzo di quell'anno la stanza era stata danneggiata da un incendio le cui cause non sono state mai chiarite.
I quattro questori, che nelle ultime cinque legislature hanno occupato la stanza, sono morti. E i colleghi e il personale, ormai, si guardano bene dal prendere possesso dell'ufficio. O anche solo dall'aprire quella maniglia di ottone.
«NON È VERO, MA CI CREDO». Ufficialmente perché la stanza conterrebbe ancora gli effetti personali dell'ultimo occupante, il questore e senatore del Popolo della libertà Romano Comincioli, scomparso nel 2011.
Compagno di scuola di Silvio Berlusconi, suo collaboratore in Fininvest e in Publitalia, indagato e poi assolto, tra l'altro, per presunti rapporti con la Banda della Magliana.
Ufficiosamente, però, al Senato sono tutti convinti che la stanza 'non porti bene' e, secondo il motto di Benedetto Croce «non è vero, ma prendo le mie precauzioni», tutti ne stanno alla larga.
La stanza stregata, topos dell'horror
La stanza stregata è un topos della fantasia horror, dal racconto 1048 di Stephen King (2002) ai grandi classici I sogni nella casa stregata di Howard Phillips Lovecraft, e La caduta della casa degli Usher di Edgar Allan Poe; ma è anche un luogo comune antropologico, che non si riferisce solo agli antichi manieri scozzesi.
Palazzo Madama, costruito da Sisto IV alla fine del 400, come ogni antica dimora porta con sé la sua dose di misteri.
CASA DEI DE' MEDICI. Per secoli è appartenuto alla famiglia dei Medici, e deve il nome «Madama» a Margherita D'Austria (1522-1586), che sposò giovanissima Alessandro De' Medici (assassinato da un cugino), e in seconde nozze un Farnese.
Ma tra il 1755 e il 1871 (dopo la breccia di Porta Pia, vi si insediò il Senato italiano) il palazzo fu la sede, oltre che delle poste pontificie, anche del tribunale e della polizia: serviva da carcere provvisorio, come dimostra il romanesco «Madama» usato proprio per indicare le forze dell'ordine.
Secondo alcune cronache ottocentesche, tra l'altro, vi si registrarono casi di detenuti decapitati in prigione.
L'INCENDIO NEL TUNNEL 'SEGRETO'. Un capitolo a parte merita il tunnel che lo collega al vicino Palazzo Giustiniani.
Nato come tipico accorgimento di segretezza, è stato usato dai politici della Prima e Seconda Repubblica: nel 2011 si parlò di «patto del tunnel» quando Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini e Pier Luigi Bersani lo percorsero per raggiungere il premier Mario Monti nei suoi uffici. Ma nel novembre del 2008 un altro incendio aveva già danneggiato seriamente il passaggio.
Oggi la porta che nessuno vuole aprire è un altro piccolo tassello: una curiosità antropologica e fictionist in mezzo alle stanze del potere.
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