E' TUTTO UN ALTRO SNACK
Frutta, cioccolato, yogurt o pomodorini. A merenda. È la proposta di cinquemila scuole. Con un'idea: mai obbligare i ragazzi. Ma cambiare le loro abitudini. E convincerli che più sano è anche più cool
Quaderni, libri, astuccio, diario e nient'altro. Niente merendine, patatine, barrette, crackers, bevande dolci e gassate. Niente di niente. Studenti senza merenda, perché la merenda si compra o si riceve gratis a scuola, ed è uno snack a base esclusivamente di frutta fresca, di yogurt ma anche di cioccolato fondente.
È questo l'invito che arriva da migliaia di scuole in tutta Italia, che hanno dichiarato la guerra totale a tutte le calorie in eccesso. E hanno dato vita a una miriade di iniziative per attuare le diverse linee guida regionali e ministeriali. A partire dal progetto "Frutta nelle scuole", al suo quarto anno di vita, patrocinato dal ministero delle Politiche agricole e dall'Unione europea che coinvolge oltre un milione e 300 mila bambini delle scuole elementari di tutte le regioni: ci sono i ragazzi della scuola media Giovanni Falcone di Palermo, ma anche i piccolini della De Giorgi di Macerata.
Da Torino a Lamezia Terme, da Villasimius a Siracusa, sono migliaia gli istituti che hanno coinvolto gli studenti in una piccola rivoluzione alimentare.
Niente di coercitivo o di talebano. Altrimenti non funzionerebbe così bene. Semplicemente, spiega Giorgia Faedi, responsabile del progetto per Apofruit, uno dei fornitori che gestiscono la distribuzione di frutta, «quasi ogni settimana oltre cinquemila scuole ricevono frutta o verdura intera, a pezzi o spremuta, sempre italiana, spesso biologica o comunque Igp e coltivata con pesticidi al minimo.
In quel giorno, la scuola invita, non obbliga, i bambini a non portare la merenda».
Un cestino di pomodorini, un paio di kiwi a fettine, uva e finocchi. Distribuiti così non hanno l'aria del cibo da dieta, sembrano ciò che sono: la merenda. Per i bambini diventa un gioco, un diversivo, e man mano la mela o l'arancio diventano oggetti sociali, un'abitudine condivisa da tutto il gruppo.
Se i più piccoli vanno lentamente abituati all'idea che banane, mele e carote sono la normalità, per i teen ager cresciuti a soda e snack serve qualcosa di più energico.
Ci prova "Eat" (Educazione Alimentare Teenagers), lanciato nel 2009 dal Policlinico San Donato di Milano che in quattro anni ha coinvolto 800 studenti delle scuole medie di San Donato e San Giuliano Milanese. Che all'improvviso hanno visto le macchinette tentatrici sparire dai corridoi.
Come spiega Alexis Malavazos, coordinatore scientifico di Eat e nutrizionista del Policlinico: «La prima cosa che ci siamo preoccupati di fare è stata quella che chiamiamo la bonifica delle scuole: agli istituti che aderiscono chiediamo di togliere dai distributori tutto ciò che può tentare i ragazzi (merendine, patatine, cibi con troppo sale, zucchero, grassi, bevande gassate e così via). E di farlo anche dagli spazi riservati ai professori, perché lo scopo è creare una nuova cultura dell'alimentazione quotidiana, che sembrerebbe poco coerente se gli insegnanti se ne andassero in giro con una lattina in mano».
Così nel distributore sono comparse man mano porzioni di frutta e verdura fresche a chilometro zero o comunque italiane, pronte all'uso, ma anche frutta secca, yogurt, succo di arance siciliane e da quest'anno cioccolato fondente.
La speranza è che la nuova merenda diventi non solo normale, ma più cool. E cominci ad essere stigmatizzabile chi se ne va in giro con la cola in mano, e "fico" chi sgranocchia una mela. Non c'è dubbio che col cioccolato fondente le cose saranno più semplici, ma a lungo andare tutti sperano che l'immagine sociale di diversi alimenti si trasformi. Come tutti sperano che a forza di ripeterlo diventi chiaro ai teen ager spalmati sul divano o davanti alla consolle che bisogna muoversi. Per questoil progetto Eat fornisce a tutti un contapassi e i tecnici del Policlinico vanno nelle scuole per misurare costantemente altezza, peso, grasso addominale dei ragazzi che aderiscono al progetto. Oltre che a fornire materiale informativo e a stimolare la comunicazione tra i ragazzi stessi e con i genitori, naturalmente via Facebook e Twitter.
all'alimentazione del figlio dovrebbero provvedere le mamme ma la fretta incombe ed i figli crescono. Via, con pane e cioccolata fondente e fichi secchi per merenda.
RispondiElimina