Berlusconi, Monti e le tasse orfane di padre

Riparte il gioco più bello d'Italia, lo scaricabarile. Non sono stato io. O si? La diatriba tra Mario Monti e Silvio Berlusconi sulle responsabilità presenti e pregresse della crisi, oltre che delle tasse imposte dal governo tecnico sta caratterizzando e non poco l’attuale campagna elettorale. COLPA DI CHI CI HA PRECEDUTO - Andiamo con ordine. Vi ricordate cosa disse Mario Monti, ospite a Porta a Porta, sul redditometro, lo strumento con il quale il fisco riuscirà a dedurre il reddito presunto? Qualora vi sfugga ecco le parole usate dal Professore: “il redditometro è un’altra misura doverosa presa da chi ci ha preceduto e che hanno punteggiato come bombe a orologeria il cammino di questo governo. Fosse per me non l’avrei messo”. Per il Professore, poi, l’ipotesi di toglierlo è da “valutare seriamente”. NON E’ VERO - In sostanza il lassismo del passato ha fatto si che le casse del Paese dovevano essere rinforzate a causa di una politica economica inadeguata. E quindi la responsabilità di chi è? Di chi ha governato in passato. E non citiamo il centrosinistra, per favore. Voi dareste la responsabilità di un errore ad uno che ha governato cinque anni fa? Silvio ha colto il messaggio ed ecco come ha risposto alle insinuazioni del Professore su La7: “Il redditometro era totalmente diverso da quello portato avanti da Monti”. Lo afferma a Omnibus, su La7, il presidente del Pdl, ad esempio ora c’è l’inversione dell’onere della prova e ci sono tutte quelle voci che spaventano i cittadini, ed è disincentivante per i consumi”. L’IMU NACQUE SOTTO BERLUSCONI - Non è colpa sua, quindi. Anzi, lui aveva pensato a qualcosa di totalmente diverso per cui non si tratta del suo redditometro. Perciò liberi tutti. Tutto questo non ricorda una storia simile, come ad esempio l’Imu? Come tutti sanno l’imposta municipale sulle abitazioni venne prevista dal governo Berlusconi con firma di Giulio Tremonti. La versione berlusconiana non prevedeva la tassazione sulla prima casa ma sopratutto avrebbe iniziato a far sentire il proprio peso a partire dal 2014. Il tutto nel silenzio più totale. Poi arrivarono i professori ed ecco che l’imposta è stata allargata alla prima casa. NON E’ VERO - Ma del resto, a proposito di stranezze, vi ricordate quando Silvio Berlusconi disse in diretta tv, in occasione della presentazione del libro di Bruno Vespa su Mario Monti? Ovvero che lo avrebbe visto bene come federatore -qualsiasi cosa voglia dire questa parola- dei moderati? Lui si sarebbe anche reso disponibile ad un passo indietro pur di lasciare la palla al Professore. Monti rifiutò l’invito ricordando che era stato proprio il Pdl a far scattare la crisi con l’astensione alla votazione di ogni provvedimento per via di alcune parole ritenute “offensive” pronunciate da Corrado Passera ad Agorà, su Raitre: Se Berlusconi ritorna non è un bene per l’Italia IL GOVERNO E’ CADUTO PER COLPA DEL PDL - Responsabilità ritirata dal Pdl che subito si è affrettato a dire che non è stata colpa loro se la crisi si è aperta prima del previsto. Anzi, la colpa è stata di Monti, troppo permaloso e desideroso di chiudere la sua esperienza per diventare un politico. E Monti per ringraziare ha iniziato ad attaccare a testa bassa il governo uscente. E Silvio Berlusconi ha pensato bene di rispondere invocando la formazione di una commissione d’inchiesta che valuti ciò che è successo è perché si è dovuto dimettere. NON E’ VERO - Prima di continuare prodighiamoci nella seguente parentesi: il Governo di Silvio Berlusconi ricevette 308 voti a favore nella discussione della legge di stabilità del 2011. Quindi passò ma visto che gli astenuti erano superiori ai votanti di fatto il governo finì sotto. Fine dei giochi e saluti a casa. Semplice, no? Semplice come il commento di Monti: La trovo un’idea interessante, stravagante, tardiva. Ben venga Lo scontro ha coinvolto anche i “capetti” locali degli opposti schieramenti. Esemplificativo quanto successo ieri sera negli studi di Ballarò tra Giulio Tremonti -candidato alla Presidenza del Consiglio dalla Lega- e Gianfranco Fini -quasi ex presidente della Camera-. I due si sono scontrati proprio su redditometro ed Imu, confermando quello che il trend lanciato dai capisquadra, ovvero il “non sono stato io, il disastro del passato è colpa sua”. L’IMU POTEVA ESSERE EVITATA - L’attacco è stato lanciato da Tremonti: “Deve scomparire, è sbagliata, è troppo e poteva essere evitata”. Ma casualmente non dice che era stata creata da lui, come dimostra l’approvazione della legge che la voleva attiva del 2014 anche se tutto il ricavato sarebbe andato ai comuni. Risponde Fini: “C’era un buco a causa degli impegni presi da te e da Berlusconi sciaguratamente impegnando l’Italia al pareggio dei bilancio nel 2013 e Monti ha dovuto anticiparla”. Per Tremonti non è vero ma il Divo Giulio devia e la butta sul personale: “tu che mi contestavi sei andato a sbattere”, scatenando la reazione di Fini: “No, è andata a sbattere l’Italia per come tu hai fatto il ministro negli ultimi otto anni”. MA CHI E’ STATO ALLORA? - A seguire ecco lo scambio di battute sul redditometro. Parte ancora Tremonti: “Fini dia un colpo di telefono al suo amico Monti, gli dica di ritirarlo. E’ un provvedimento incostituzionale, bestiale. Ed è una curiosa persona il senatore a vita Monti, che fa attività di lotta e di governo, prima fa un decreto e dice che serve, poi che va tolto”. Risposta del delfino di Almirante: “Monti ha detto fin da subito che il redditometro era una bomba ad orologeria, ma non è stato lui ad introdurre il criterio. Ora, siccome e’ giusto ragionare su cose che preoccupano drammaticamente gli italiani e visto che il provvedimento non è ancora in vigore, andrà verificato con paletti precisi come viene messo in opera, evitando la presunzione e l’inversione dell’ordine della prova”. Ma allora chi è stato a fare cosa? Stefano Carluccio

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