Un prestito è per sempre
La crisi costringe i giovani a chiedere un prestito alle banche le quali offrono prodotti di vario tipo senza alcuna necessità di garanzie ma gravati da tassi d'interesse pesantissimi e spalmati su almeno 5 anni. Eppure sembra questo l'unico modo utile al momento per risollevare i consumi in Italia.
Che fatica avere un prestito. O meglio, che fatica per chi ne ha bisogno, specie in questi tempi difficili. Vista la crisi del credito le banche cercano di tutelarsi con alti tassi d’interesse, ma questo va a cozzare con i desiderata del pubblico il quale spesso si trova impossibilitato ad affrontare le spese accessorie del finanziamento.
PRESTITI IN CALO - Come ha spiegato l’osservatorio Supermoney, che ha riportato dati della Banca d’Italia, nello scorso mese di novembre i finanziamenti bancari alle famiglie sono scesi dello 0,3 per cento rispetto al calo dello 0,1 del mese precedente. A spingere verso il basso questi dati è la scarsità di liquidità che non permette di finanziarsi sul mercato a lungo termine. Insomma, non girano soldi e dato che non ne entrano, le banche non li fanno neanche uscire per paura di avere troppi capitali infruttuosi in giro. Del resto cosa aspettarsi da chi di mestiere fa fruttare i soldi?
L’INCREMENTO NELLE RICHIESTE DEGLI UNDER – 30 - Allora cosa si fa? Semplice, si punta su un qualcosa di meno impegnativo, come ad esempio la richiesta di un finanziamento per l’acquisto di un auto. Che garanzie ci vogliono in fondo, visto che l’oggetto del desiderio dell’acquirente -e nel caso, della banca- è proprio lì a portata di mano? Easy Prestito ci spiega che per quanto riguarda i prestiti personali, nel primo semestre del 2012 vi è stato un forte incremento nelle richieste dei giovani under 30, in quanto non servono eccessive garanzie e quindi diventa più semplice avere in mano la somma necessaria per togliersi uno sfizio o far partire un proprio progetto. Il tutto con una restituzione molto blanda, tanto che la maggior parte dei contratti parla di rimborsi in 120 mesi (dieci anni).
IL CROLLO RISPETTO AL 2008 - Professionefinanza ci spiega però che se il trend è da considerarsi positivo, se paragonato al crollo nella richiesta e nella concessione dei mutui, anche nel caso dei prestiti personali possiamo assistere ad una netta decrescita sia delle richieste sia delle concessioni. Rispetto al 2011 è stato registrato un -4 per cento ma se prendiamo come riferimento il 2008, ovvero il periodo pre-crisi, scopriamo che c’è stato un crollo nella concessione del 18 per cento. Tale depressione è figlia del clima d’incertezza che ha portato le famiglie ed i singoli individui a ridurre i consumi ritardando “sine die” qualsiasi spesa anche lievemente importante, come appunto l’acquisto di un’autovettura.
I VALORI MEDI - Tale cautela ha portato le persone -qualora ne sentano l’impellente necessità- a richiedere finanziamenti meno importanti. L’84 per cento della domanda si è concentrata sugli importi fino a ventimila euro, con una media di 11.775 euro nel 2012 rispetto ai 12.299 dell’anno precedente. Per quanto riguarda la restituzione del prestito, gli italiani come detto preferiscono il lungo periodo, con il 22 per cento dei richiedenti che hanno scelto di rimborsare il finanziamento oltre i cinque anni. A seguire la fascia compresa tra i 2 ed i 3 anni -circa il 20 per cento- fino a chiudere con quella ad un anno (anche in questo caso pari al 20 per cento).
SPIRALE RECESSIVA - La ricetta quale sarebbe? Agevolare il credito, sicuramente, magari prevedendo appositi sistemi legislativi che spingano i consumi perché, se non ci sono soldi da spendere, vuol dire che non ce ne sono neanche da prestare, e se non ce ne sono da prestare non vengono venduti beni e servizi, e se non vengono venduti beni e servizi il sistema si ferma. Sarebbe opportuno rompere questa spirale ma come si può fare? Dal canto loro le banche stanno cercando di agire proponendo servizi sempre nuovi e più “a misura di cliente” per incoraggiare la spesa e bloccare la recessione, vero spettro della società contemporanea attanagliata dalla crisi. E come si fa? S’invoglia il pubblico a contrarre un prestito anche se di suo non ci penserebbe.
Stefano Carluccio
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