I diritti violati dei bambini: cos’è cambiato dalla Convenzione Onu?
I giovani, i giovani, i giovani. I bambini, i bambini, i bambini. Figure che sentiamo citare dai governanti di mezzo mondo come le generazioni da preservare e alle quali bisogna garantire un futuro. Siamo sicuri però che i loro diritti vengano davvero garantiti?
Nel 1989, l’Onu approvò una convenzione sui diritti dei minori che venne resa valida anche in Italia nel 1991.
E’ passato un ventennio eppure, a differenza degli anni passati, le violenze sui minori, invece di diminuire, aumentano.
“Al numero di telefono 114 di Telefono Azzurro arrivano in media 4 richieste d’aiuto al giorno. Attualmente nel 17% dei casi si richiede aiuto per maltrattamenti e percosse, mentre nel 2006 le segnalazioni di questo tipo erano solo il 5,2% del totale. Dal 2006 al 2012 è inoltre raddoppiato il numero di denunce per casi di grave trascuratezza, passando dal 5,7% al 10,4%.”(1)
Dati sconcertanti, allarmanti.
Bambini che non riescono a vivere serenamente la loro infanzia.
Bambini senza colpa, la cui vita verrà segnata profondamente.
In ogni distretto territoriale, fortunatamente, è presente un consultorio con sportelli d’aiuto per i minori in difficoltà, affiancati dagli operatori dei servizi sociali, medici dell’Asl e assistenti sociali.
Tali figure socio-sanitarie si occupano, principalmente, di due funzioni importanti relative all’assistenza nella genitorialità e alla tutela dei minori di fronte a difficoltà o carenze gestionali, anche in assenza di una richiesta diretta d’aiuto.
Le famiglie che vivono maggiormente questa realtà sono quelle multi problematiche, quelle famiglie cioè che hanno uno o più componenti che manifestano disturbi di tipo psicologico, fisico e sociale. E’ definita tale anche quando, attraverso i suoi vari componenti, stabilisce molteplici rapporti con vari servizi socio-assistenziali e socio-sanitari.
Nel dossier 2012 sull’emergenza infanzia, stilato dal sopracitato Telefono Azzurro, vengono sottolineati dei dati sulle effettive richieste d’aiuto pervenute:
“Il 42,1% delle richieste di intervento è pervenuto da tre realtà regionali: Lombardia (15%), Lazio (14,5%) e Campania (12,6%). Dal Nord Italia nel suo insieme arriva il 42,8% delle richieste di intervento, dal Centro Italia il 23,4%, dal Sud Italia il 23,8% e dalle Isole il 10%.”(2)
Esistono fortunatamente delle associazioni che si battono per il riconoscimento concreto della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza come, ad esempio, UNICEF, 114 Emergenza Infanzia, Telefono Azzurro, Telefono Arcobaleno, AIAF, etc.
“Nella maggior parte dei casi a chiamare è un adulto. Solo nell’11,1% dei casi chiama direttamente il bambino o l’adolescente. Le segnalazioni di violenze riguardano minori maschi nel 51,6% dei casi. Per quanto concerne le fasce d’età, il 64,2% delle chiamate è per bambini o bambine di età compresa tra 0 e 10 anni, il 20,6% per minori tra gli 11 e i 14 anni e il 15,2% per ragazzi o ragazze tra i 15 e i 18 anni. Da notare anche che il 19,6% delle richieste d’aiuto riguardano minori stranieri.”(3)
Ci sono ancora molti casi in cui nessuno si decide a chiamare una delle associazioni presenti nel territorio e la violenza sul minore si perpetua nel tempo.
In televisione si sente parlare di bambini violentati da parenti stretti, insospettabili, come il padre, lo zio o il nonno.
Nelle famiglie disadattate, addirittura, si è arrivati a vendere i figli per qualche ora a pedofili contattati su internet, creando un vero e proprio “traffico sessuale minorile”.
In questi casi, è la Polizia postale ad intervenire e arrestare chi di dovere.
Siamo agli inizi del 2013, nel 21° secolo e ancora oggi continuano a verificarsi fatti di cronaca nera improntati su minori dove, il più delle volte, il piccolo protagonista è morto e il colpevole assicurato alle Forze dell’Ordine.
La morte di un bambino, in un’epoca moderna come la nostra, riporta alla luce, grazie ai media, il punto cardinale della convenzione ONU: Il diritto alla vita.
Sono proprio i media che dovrebbero attuare una propaganda di sensibilizzazione, affiancati dalle associazioni principali, invece di dedicare all’argomento solamente un giorno l’anno, “la giornata mondiale per i diritti dell’infanzia”, giusto per dimostrare di avere la coscienza “pulita”. Che dite, lo inseriamo trai buoni propositi per quest’anno?
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