Casapound e i suoi fratelli

Il grande (e pericoloso) ritorno dell'estremismo violento di destra minaccia l'Europa Ma allora sta tornando l’estrema destra in Italia ed in Europa? E sopratutto com’è stayto possibile che avvenisse tutto ciò? Tutto è partito con l’arresto di Emanuela Florino, figlia di un ex senatore di An e candidata alla Camera con Casapound Italia, nell’ambito dell’indagine partita dagli scontri tra gruppi di destra e di sinistra verificatisi a Napoli nel 2011. L’ARRESTO - La Fiorino è stata indagata assieme ad altre nove persone per alcuni pestaggi ai danni di giovani di sinistra oltre ad un accoltellamento, avvenuto durante la campagna per le ultime amministrative, davanti alla facoltà di Lettere della Federico II. Secondo gli inquirenti, gli indagati disponevano di coltelli e rudimentali ordigni esplosivi e alcuni di loro giravano armati durante le manifestazioni, quasi sempre non autorizzate. Il gruppo è stato scoperto grazie ad alcune intercettazioni ed informative di Ros e Digos. ODIO CON I GRUPPI DI SINISTRA - Casapound non è l’unica sigla di estrema destra presente nell’indagine di carabinieri del Ros di Napoli e Digos per cui il gip Francesco Cananzi ha emesso misure cautelari. Oltre a Emanuela Florino, altre tre persone sono ai domiciliari, due sono in carcere e quattro componenti dell’associazione sovversiva sono destinatari di obblighi di dimora. Nella disponibilità del gruppo anche ordigni esplosivi di fattura artigianale. La contrapposizione tra gruppi di destra e di sinistra a Napoli ebbe inizio nel 2010 con l’occupazione da parte di Casapound di un ex complesso scolastico in salita San Raffaele, con scontri con i no-global e la polizia. NON SIAMO LEGATI A FORZA NUOVA - Oltre ad Emmanuela Florino, il gip ha concesso i domiciliari ad Aniello Fiengo, Giovanni Senatore, Giuseppe Guida e Massimo Marchionne; in carcere Enrico Tarantino e Giuseppe Savuto, anche lui candidato al collegio Campania 1 della Camera; obbligo di dimora per Raffaele Palladino, Andrea Coppola e Alessandro Mennella. Giuseppe Savuto impartiva direttive ai giovani militanti di Casapound su come organizzare la loro pagina Facebook e li invitava a non divulgare sul social network, tra i giornalisti e a scuola le loro idee antisemite. Le intercettazioni hanno dimostrato che il gruppo non voleva vedersi legato a Forza Nuova, al punto che non dovevano comparire neanche sui profili di Facebook. NEGATE TUTTO SEMPRE - Savuto “indottrinava” anche gli affiliati sulle risposte da dare alla stampa relativamente all’olocausto: “Con i professori a scuola se tu dici una cosa del genere, pure a livello didattico… Pure per te, una cosa personale, i voti. Perché io pure sono d’accordo che non sono mai esistite le camere a gas e non c’e’ mai stata nessuna deportazione, sono il primo a dirtelo… Pero’ in questo caso davanti a un professore, davanti a un giornalista…”. Quindi alla stampa bisognava cospargersi il capo di cenere ma appena andati via i giornalisti si poteva tornare ad essere quelli di sempre. Il tutto era per apparire credibile. VOLEVANO DARE FUOCO AD UN’OREFICERIA EBREA - Insomma, prima diamo un’immagine pulita di noi stessi e poi continuiamo a comportarci com’è sempre stato il nostro stile. A dimostrazione che il passato non è mai veramente “passato”. Con la stampa dite che è stato brutto, nel privato fate i negazonisti e se è necessario menate pure le mani. Anzi, andate. E non è tutto. Il ministro della giustizia Paola Severino ha reso note alcune delle intercettazioni nelle quali si parla di “dare fuoco” all’oreficeria di un ebreo e che si programmava la violenza su una studentessa universitaria ebrea. “Provo orrore, fortissimo sdegno e ribrezzo per questa notizia”, ha commentato. ED ORA CHE SI FA? - Come poter negare quindi alla luce di queste rivelazioni che dalle parti di Casapound si sperava di tornare al passato, ovvero alla persecuzione nei confronti degli ebrei ed alla violenza fisica ai danni degli avversari politici. Il tutto cavalcando l’onda del negazionismo davanti alla stampa, perché Casapound non fa queste cose. Almeno in apparenza. La cosa che fa più pensare è che quella del movimento di estrema destra non è altro che la prosecuzione di un cammino che sembra sia stato intrapreso in Europa, a partire da Alba Dorata, in Grecia. CHE SUCCEDE IN EUROPA? - E’ notizia di oggi che l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa non espellerà la parlamentare greca Eleni Zaroulia, militante del partito xenofobo Golden Dawn. Non è stata accettata, quindi, la richiesta della parlamentare del Pdl Fiamma Nirenstein. Stessa sorte per Tamas Gaudi Nagy, membro del parlamento ungherese che fa parte della formazione di estrema destra antisemita Jobbik. A comunicare la decisione è stato il presidente dell’assemblea, il francese Jean-Claude Mignon. IMMIGRATI SUBUMANI - Per il presidente dell’assemblea che ha spiegato come “non si tratti di un sostegno o riconoscimento di posizioni condannate da più di 60 anni”, ma soltanto di una decisione in linea con il regolamento dell’assemblea. La presenza di Eleni Zaroulia aveva provocato una tempesta di critiche, soprattutto per la posizione ambigua del governo di Atene. Alcuni gruppi antirazzisti avevano criticato l’esecutivo per non aver posto il veto alla sua partecipazione, dopo le sue dichiarazioni deliranti sugli immigrati, definiti come “subumani”. SONO INCOMPATIBILI MA - Zarulia oltretutto è moglie di Mijaloliakos Nikos, il leader di Alba Dorata, il quale ha lanciato il suo anatema contro “gli extracomunitari che avevano invaso la patria greca, portando malattie”. Espressioni che avevano convinto diversi membri del Consiglio d’Europa, compresa la Nirenstein, a chiedere l’immediata espulsione della rappresentante greca, così come quella dell’ungherese Tamas Nagy Gaudi. “I valori di queste formazioni, così come le loro idee, sono incompatibili con quelli del Consiglio d’Europa”, aveva spiegato Nirenstein. IL DOPPIO GIOCO DEL GOVERNO GRECO - Ma le norme del regolamento non hanno consentito di sanzionare o espellere i due militanti di estrema destra. Mignon ha però spiegato come la decisione non fosse un riconoscimento dei loro ideali: “Fondato nel 1949, il Consiglio d’Europa da sempre promuove i diritti umani, lo sviluppo democratico e la cooperazione culturale”. Soltanto problemi tecnici. Le critiche hanno coinvolto anche il primo ministro greco Antonis Samaras, accusato dal movimento antirazzista Egam di portare avanti un “vergognoso ed indifendibile doppio gioco”. Era stato proprio il conservatore a permettere la presenza della militante neonazista, astenendosi nel parlamento greco durante il voto decisivo.Inoltre il leader di Nuova Democrazia è stato inoltre accusato di complicità con le violenze neonaziste, per non aver condannato in modo netto i sempre più frequenti episodi di intolleranza razziale contro gli immigrati, oppositori e omosessuali, che hanno coinvolto i militanti di Alba Dorata. Nessuno prende posizione, e loro crescono. Stefano Carluccio

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