Per Marco Pannella Senatore a Vita

Mi unisco all’appello lanciato da Fausto Bertinotti, e raccolto da illustri personaggi come Roberto Saviano, per rendere Senatore a Vita Marco Pannella. Sappiamo tutti chi sia Marco Pannella? O semplicemente lo riduciamo ad un politico di vecchia data noto per i suoi scioperi della fame? Ecco…io partirei proprio da quelli. Gli scioperi della fame di Pannella sono stati sempre visti da buona parte del popolo italiano quasi come un capriccio o una moda che ogni tanto Pannella si divertiva a fare o a lanciare. Ma gli scioperi della fame non sono altro che figli della superficialità del popolo italiano, sempre troppo poco impegnato nel difendere ciò che Marco cerca di portare avanti. Senza gli scioperi di Marco non si sarebbe mai posto l’attenzione su temi di cui gli italiani letteralmente se ne fregano. Ma che sono inversamente proporzionali, come importanza, al loro menefreghismo. Marco è entrato nelle case di tutti gli italiani, e poco importa se questi lo abbiano capito o no. Marco ha saputo di volta in volta portare alla ribalta dell’informazione temi importantissimi, che hanno trovato spazio solo grazie a lui. E ci ha rimesso la faccia. Lo hanno preso per scemo. Ma le televisioni sono state obbligate a parlare, come per l’ultimo sciopero, della situazione disastrosa dei carcerati in Italia al limite dei diritti umani. Perché in realtà chi se ne frega dei carcerati? Per gli italiani, che ancora non hanno capito che la pena è costituzionalmente rieducativa e non punitiva, potrebbero marcire in galera. Eppure Marco si è messo dalla parte loro. Poco importa che considerazione abbiamo avuto di lui. E non ci importa nemmeno se gli scioperi fossero veri, dico ai più dubbiosi quanto inutilmente proni a pensare ciò. Il messaggio è arrivato. Come quando si batté, scioperando anche quella volta, per la non esecuzione della pena di morte su Saddam Hussein. Lui decise di difendere uno spietato dittatore. Partire da lui per cercare di salvare tutti. In controtendenza con una pena di morte ancora troppo diffusa nel mondo. Pochi sanno che l’obiezione di coscienza è stata raggiunta nel 1972 anche grazie all’attenzione mediatica provocata da uno degli scioperi di Marco. Marco è stato quello che negli anni sessanta ha formato la Lega Italiana Divorzio e si è spinto in tutti i modi per il riconoscimento di questo. Poco importa se gli italiani non hanno mai capito cosa significasse davvero divorzio. Poco importa se gli italiani non hanno ancora capito che il matrimonio è stato per secoli e decenni un’atto di vendita della moglie verso il marito. Importa che il diritto al divorzio, al non essere di proprietà, sia stato riconosciuto. Pochi sanno che Marco è uno dei pochi veri promotori della legalizzazione delle droghe leggere, contro tutti e tutta l’Italia bigotta, fino ad arrivare a farsi arrestare pur di portare avanti un messaggio. Pochi sanno che Marco è finito nel 1968 in carcere in Cecoslovacchia per contestare contro l’invasione di quest’ultima da parte dell’Unione Sovietica. Pochi sanno che dietro il diritto all’aborto, riconosciuto nel 1978, c’è stato tutto l’attivismo radicale di Marco Pannella. E nessuno ricorda che furono i radicali a tentare negli anni ottanta, con quesito referendario, l’allargamento di una legge in tal senso così restrittiva. E pochi sanno che i referendum degli anni ottanta contro la caccia e il nucleare passano per le mani radicali. E chi ricorda che il referendum per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti degli anni novanta? Sempre Marco v’era dietro. Diceva Montale di lui: <> Ecco perché io voglio Marco Pannella Senatore a Vita. La lotta degli ultimi finalmente sarebbe rappresentata. I diritti legati all’aborto, al fine vita, all’eutanasia, alla fecondazione assistita non trovano mai spazio nel nostro paese. Dimenticando come questi, quando ci toccano, diventino di fondamentale importanza. Di primaria importanza. Pannella sarebbe poi il primo senatore a vita non eterosessuale, incarnando quindi i valori e le rivendicazioni di quegli italiani ormai da troppo tempo privi di diritti. E non mi importa se il giorno dopo Marco Pannella rifiuterà tale carica. Perché sarà stata, finalmente, la vittoria dei pochi – che sono tutti – sui molti. Stefano Carluccio

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